La lotta integrata fa uso di diversi metodi di controllo che permettono di gestire al meglio le proprie coltivazioni. Quali sono nello specifico?
Esistono sia i metodi di controllo non chimico, che sono da privilegiare nella lotta integrata, sia i metodi di controllo chimico. Tra i primi è possibile distinguere i mezzi biologici, agronomici e i mezzi fisici e meccanici; i secondi invece si basano su criteri di scelta dei prodotti fitosanitari.
I mezzi biologici sono infatti i preferiti in termini di sostenibilità, specificità e modalità di azione.
Non solo infatti si favorisce lo sviluppo di organismi utili presenti già nelle colture, ma si impiegano anche i cosiddetti antagonisti biologici introdotti dall’uomo.
In che modo?
Tra i più importanti mezzi biologici ci sono infatti:
– Antagonisti degli insetti, ovvero insetti che si nutrono direttamente o parassitizzano gli insetti che attaccano le piante. Diventano perciò preziosi alleati nella salvaguardia delle proprie coltivazioni. I più famosi sono le coccinelle e le crisope, molto utilizzate contro gli afidi (i pidocchi delle piante) e le cocciniglie.
– Antagonisti di funghi: altri funghi tra cui quelli micorrizici (come il Glomus) e i non micorrizici del genere Trichoderma.
– Le stesse piante resistenti/tolleranti.

Tra i mezzi agronomici troviamo invece:
– La potatura e i residui colturali.
Una corretta potatura può svolgere un’azione di contrasto nei confronti dei parassiti delle piante. Questo perché nelle chiome adeguatamente “arieggiate” si va a creare un microclima sfavorevole allo sviluppo di agenti patogeni.
Potando le piante, è così possibile ridurre drasticamente la presenza di parassiti (es. cocciniglie), oltre che quello di ringiovanire/rinforzare la pianta innalzando la sua resistenza.
In più, l’eliminazione dei residui colturali erbacei riduce le popolazioni di parassiti delle piante e quindi conseguentemente la necessità di dover intervenire con prodotti fitosanitari.
– Lavorazioni.
Lavorare superficialmente il terreno consente di portare in superficie forme svernanti di insetti e spore di microrganismi esponendole all’attacco dei loro antagonisti e del sole.

Infine, abbiamo i cosiddetti mezzi fisici e meccanici.
Il calore è uno dei più utilizzati in queste lavorazioni.
Il risanamento del terreno da attacchi di microrganismi è infatti realizzato con una tecnica nota come solarizzazione.
In questo caso, dei film di plastica vanno a coprire il terreno che, col sole, vedrà aumentare la temperatura dei suoi primi strati, inattivando una notevole percentuale di semi di piante infestanti, stadi di insetti e spore di funghi patogeni.
O ancora l’uso del vapore, attraverso il ricorso ad apposite macchine distributrici.
Tra quelli meccanici invece è necessario citare l’utilizzo di reti anti- insetto utili a prevenire lo sviluppo di numerosi insetti dannosi (es. afidi, aleurodidi, tignola del pomodoro) all’interno delle serre.
Queste reti vanno posizionate prima dell’impianto della coltura e, per garantire l’efficacia, le porte di accesso delle serre devono essere a “doppia camera”.

Quando però questi mezzi non sono in grado di garantire un adeguato controllo degli organismi nocivi, è la volta in cui entrano in gioco i mezzi di controllo chimico.
La scelta dei prodotti è valutata in base ad un’adeguata efficacia nel contenimento delle avversità e, al contempo, nell’aver il minor effetto possibile sulla salute umana e sull’ambiente.
Al loro interno è possibile fare una distinzione tra i mezzi chimici biotecnici e i mezzi chimici propriamente detti.
I primi sono molecole derivate da organismi biologici e quindi dotate di elevata specificità di azione e basso impatto ambientale. I feromoni sessuali, per esempio, sono largamente impiegati nel metodo della confusione sessuale e hanno largo uso in queste pratiche.
Vi rientrano anche gli insetticidi e i fungicidi derivati da organismi viventi quali le tossine di batteri ( es. Bacillus thuringiensis), le tossine fungine (es. Trichoderma spp). Grazie alle loro caratteristiche possono essere impiegati anche nel regime biologico.
I secondi invece sono i prodotti fitosanitari di sintesi in cui la sostanza attiva è costituita da molecole di sintesi o naturali. Per effetto del processo di revisione realizzato dall’UE, negli ultimi anni il panorama dei prodotti fitosanitari presenti sul mercato ha subìto un profondo cambiamento in seguito al quale il numero delle molecole disponibili in commercio si è drasticamente ridotto, con la scomparsa definitiva delle sostanze più pericolose.
